Tra boom digitale e nostalgia vintage: cosa accade nel mercato musicale
Il settore discografico ha conosciuto in questi ultimi anni un’incredibile evoluzione, che ha trasformato radicalmente il modo di fruire dei prodotti musicali. Il boom delle piattaforme digitali è lo specchio di questo grande cambiamento, al quale tuttavia fa da contraltare un’ampia fetta di consumatori legati ai supporti fisici e, in alcuni casi, alle tecnologie vintage.
Le piattaforme di streaming protagoniste del mercato
I dati registrati negli ultimi anni nell’industria musicale mostrano tutto il peso delle nuove tecnologie nel mercato, che ormai più che di vendite parla di download e streaming. La cosiddetta “musica liquida”, ossia fruibile senza un supporto fonografico tradizionale, quali potrebbero essere CD e vinili, domina infatti ormai la scena, trainata dall’ampia diffusione delle piattaforme dedicate, per l’appunto, all’ascolto di singoli brani e album.
La nascita di servizi come quelli offerti da Spotify o Deezer, combinata all’evoluzione dei dispositivi mobili e in particolare degli smartphone, ha portato le nuove generazioni – ma non solo – a preferire modalità di fruizione della musica più pratiche e facili da portare sempre con sé, rallentando tuttavia le vendite di tipo tradizionale.
In particolare, il mercato discografico digitale ha toccato in Italia i 100 milioni di euro di valore tra download e streaming, quasi quintuplicando i dati relativi al mercato fisico e rafforzando quella tendenza all’uso delle nuove tecnologie nel campo dell’intrattenimento già consolidata come nel caso di Betway Casino e portali per lo streaming audiovisivo come Netflix.
Al contempo, nettamente più bassi sono i numeri che riguardano le classifiche di vendita di CD e vinili, che rispetto ad appena un ventennio fa risultano crollati anche del 70%. A dare la misura del successo di un artista non sono più soltanto le copie vendute, ma anche e soprattutto gli streaming online che, in un’epoca in cui i consumi di musica registrata sono per oltre l’80% digitali, assumono un valore importantissimo per comprendere quanto una singola canzone o un intero album abbiano fatto breccia nel cuore degli appassionati.
A questa indiscutibile tendenza, fanno però da contraltare i tanti nostalgici del supporto fisico, che cercano di mantenere viva una tradizione legata al contatto con il prodotto discografico in ogni sua forma.
CD, vinili e cassette: i supporti fisici non intendono sparire dal mercato
Come spesso accade, le innovazioni tecnologiche finiscono per trascinarsi dietro gruppi di persone più restie al cambiamento o, comunque, desiderose di non perdere il contatto con il passato. Questa tendenza trova particolare espressione tra gli appassionati di musica, che pur apprezzando la possibilità di avere facilmente a disposizione immensi archivi digitali in streaming, non intendono rinunciare ai supporti fisici e al piacere di stringere tra le mani una confezione speciale o un booklet completo di testi, foto e grafiche.
È grazie a questa ampia fetta di consumatori, per lo più over 30, che il mercato discografico continua a mantenere una certa quota di vendite di tipo tradizionale: si stima, in particolare, che il mercato fisico si aggiri intorno ai 24,1 milioni di euro, ripartiti in 12,5 milioni per la vendita dei vinili, 10,8 per i CD e solo 0,8 milioni per le musicassette.
Proprio i vinili, in una fase in cui i compact disc ancora non avevano lasciato del tutto spazio al digitale, sono stati negli scorsi anni i protagonisti del ritorno “all’antico”, con una richiesta crescente che ha spinto artisti ed etichette discografiche a puntare nuovamente sui 33 giri e che oggi mostra i frutti di quello che non si è rivelato essere un semplice revival.
In maniera molto simile, oggi sembra essere tornata in voga la mania delle musicassette, compagne di vita di tutti coloro che sono cresciuti tra gli anni ’80 e ’90. Si moltiplicano infatti le esperienze di piccole etichette indipendenti che puntano sul ritorno di questo supporto per andare a stimolare una nicchia di mercato molto interessante: tra queste, spicca l’iniziativa di Dirt Tapes, etichetta di recente fondazione nata dalla collaborazione tra Karim Qqru degli Zen Circus, David Stefani, Max Iantorno e Giacomo Coveri, che si pone per l’appunto l’obiettivo di riportare in auge l’uso delle cassette.
Con un catalogo in continua espansione, che oggi vanta la presenza di nomi come Nirvana, Band of Horses, Calibro 35 e Pink Floyd nonché di un nuovo modello di walkman (o, per dirla all’italiana, di mangiacassette), Dirt Tapes strizza l’occhio ai veri nostalgici con una produzione curata nel minimo dettaglio, dal nastro al packaging. Un progetto singolare, quanto entusiasmante, che evidenzia come le vecchie passioni non spariscano mai, nonostante tutte le innovazioni tecnologiche che di giorno in giorno entrano nelle nostre vite.