La notte contiene infinite solitudini: la solitudine della prostituta che aspetta per ore invano i clienti, dei malati insonni, di chi sta facendo un bad trip, dell’innamorato respinto, della donna violentata in un angolo buio di una strada, del barbone che prende sonno, coperto dai cartoni. Ma non voglio elencare tutte le solitudini perché sarebbe vano, giacché sono infinite o quantomeno illimitate per la mente di ogni essere umano. Ognuno conosce bene solo la propria solitudine. Ognuno al massimo si può immaginare le altre e rispecchiarsi in esse. Oh certo! È una questione borghese, da asociali, da folli, da disadattati, da sfigati, da anziani decrepiti! La solitudine di chi ha sbagliato bersaglio, di chi non ha fatto centro, di chi ha centrato il bersaglio sbagliato, di chi non ha mai mirato un bersaglio, di chi ha perso la lotta e di chi non ne ha mai preso parte, di chi ha troppo e di chi ha troppo poco! La solitudine di chi non ha avuto niente e di chi ha perso tutto, di chi riconosce nella sua vita una farsa, un dramma o una tragedia, di chi non sopporta lo schifo del mondo o solo lo schifo che ha dentro, di chi cerca l’altrove o è con la mente altrove! La solitudine delle donne anziane, un tempo belle e corteggiate, e dei vecchi Casanova, che vivono solo di ricordi e se raccontano i loro amori, nessuno gli crede più! La solitudine di chi non ce l’ha fatta o non ce la fa, di chi non riesce a rompere in alcun modo la sua solitudine, di chi si sente solo in coppia o in famiglia, di chi è povero, di chi è solo o si sente semplicemente solo! Il giorno le persone sole si nascondono tra la gente, si sentono far parte di qualcosa tra la folla, mascherano la loro solitudine. Si è soli perché si è diversi, perché si pensa in modo diverso, perché si è contro, perché non si ha quello che gli altri vogliono, perché si è davvero sé stessi. Ci sono persone che si sentono sole, perché, come Flaubert, non sanno dire o scrivere il battito del loro cuore. E tu, caro ipotetico lettore, a quale solitudine appartieni oppure, forse meglio, quale ti appartiene?!? La gente poi dice dopo l’estremo gesto di una persona amica o di un conoscente: “non riesco a spiegarmi. Era una persona così allegra e quali problemi aveva? I suoi problemi erano in fin dei conti i piccoli problemi di tutti”. L’importante è resistere quando il picco della solitudine sembra intollerabile. Ricordarsi che è solo un istante passeggero e non farsi vincere dallo sconforto, dall’umore nero. Ci sono persone che hanno vinto la lotta con la solitudine. Immaginiamoci per un istante la solitudine di Dostoevskij, di quelle ore prima della condanna a morte a rivedere mentalmente tutta la sua vita, e poi la gioia della grazia. Ci sono persone che hanno vinto la lotta con l’essere soli. Come il matematico e fisico Hawking, che ebbe relativamente una lunga vita, nonostante la disabilità, la malattia degenerativa e nonostante gli avessero detto da giovane che avesse solo due anni di vita. Come la poetessa Elizabeth Barrett Browning, che ebbe una salute molto cagionevole, frequenti polmoniti e una lesione al midollo spinale, ma trovò alla fine l’amore ed esclamò al capezzale accanto al suo amato: “Beautiful”. In fondo l’amore non è dato dall’unione di due solitudini, come hanno scritto in molti? Ci sono persone come il poeta e scrittore David Herbert Lawrence che hanno vinto la gelosia e la solitudine e che lasciano che la loro Frieda ami il Ravagli di turno. Ci sono persone, come i Padri del deserto, che hanno ricercato la solitudine e da essa si sono fatti temprare e ispirare. Ci sono persone che hanno tollerato e amato la solitudine. Come Wittgenstein, che visse in solitudine o quasi (pochissimi amici selezionati) e che dichiarò in punto di morte che la vita è meravigliosa. La lotta con la solitudine è come la lotta di Giacobbe con Dio, non sapendo che alla fine ognuno si ritrova da solo con sé stesso, che la solitudine è una grande prova karmica: dalla solitudine si intravede Dio (si prega meglio da soli) ed è essa stessa essenza divina o più semplicemente un faccia a faccia con Dio.