Le manganellate a Pisa e a Firenze erano davvero necessarie? Era davvero necessario picchiare a sangue dei minorenni? Ho lasciato passare un poco di tempo prima di commentare i fatti perché il tempo porta consiglio e perché ho voluto attendere gli sviluppi, ma non ci si può esimere dal commento di questi fatti, non si può negare la realtà, né distorcerla o mistificarla. Mi sono anche chiesto se davvero si possa fare un commento impolitico e obiettivo, astraendosi dalle tifoserie partitiche, dal senso di appartenenza, dal gioco delle parti. Insomma è davvero necessaria una presa di posizione politica? Si può essere neutrali e magari super partes in questi casi o si finisce nel cerchiobottismo? Per chi non lo sapesse alcuni poliziotti venerdì scorso hanno malmenato gli studenti del liceo artistico Russoli di Pisa. I loro insegnanti hanno ripreso tutto con i telefonini. Hanno cercato di far desistere i poliziotti, dicendo che avevano 15 anni e potevano essere i loro figli. La procura di Pisa ha aperto un fascicolo d’indagine sulla vicenda. Se ne occuperanno i carabinieri. È notizia recente: alcuni genitori di quei ragazzi hanno deciso di presentare denuncia. Molto probabilmente faranno una denuncia collettiva. La stessa cosa è successa a Firenze, sempre a un corteo pro-Palestina. Le manganellate a Pisa e Firenze erano davvero necessarie? A chi facevano paura e cosa avevano commesso di così grave quei cento o poco più studenti? Mi sono detto che non si possono sospendere lo stato di diritto, la libertà di manifestare il dissenso e la democrazia, neanche per due minuti. Neanche per un secondo. Mi sono detto che i video erano inequivocabili, che era la prova provata della violenza della polizia, che aveva caricato gli studenti senza un motivo plausibile. Il presidente della Repubblica Mattarella ha dichiarato che l’autorevolezza delle istituzioni non si misura sui manganelli, ma dalla capacità di tutelare la sicurezza e la libertà di chi manifesta. Le manganellate a Pisa e Firenze davvero necessarie? Un mio carissimo amico mi dice che la polizia ha sbagliato, ma che quando i poliziotti ricevono l’ordine della carica di solito manganellano senza pietà. È giusto questo? È davvero così? E a Pisa e Firenze c’erano gli estremi per caricare, visto che i manganelli sono l’extrema ratio? Sono andato a Pisa la mattina dopo con il treno a respirare la stessa aria. Sono andato in quei luoghi. Ho camminato quelle strade. Ho preso un ottimo caffè all’Ussero e poi sono ritornato a casa. Alcuni bancarellai di quei vicoli parlavano tra di loro e dicevano che quel che era successo non era per niente giusto, che era una cosa fuori dal mondo. Erano davvero necessarie le manganellate a Pisa e Firenze? È democratico che alcune forze dell’ordine abbiano un comportamento inammissibile nei confronti di cittadini giovani, pacifici, inermi? A mio avviso è inconcepibile che alcuni rappresentanti delle istituzioni, dei pubblici ufficiali usino la violenza e abbiano una reazione spropositata. Va bene. È vero: qualche ragazzino offendeva i poliziotti. È partito qualche “sbirri di m…”. Ciò giustificava quella carica? Sono davvero così suscettibili? Indipendentemente da quello che si pensi sulla questione arabo-israeliana, questo giustifica la reazione? Essere un tutore dell’ordine pubblico significa prima di tutto saper controllare sé stessi e qui l’autocontrollo è totalmente mancato: le immagini parlano chiaro e sono un dato di fatto incontestabile e incontrovertibile. I poliziotti dovrebbero dimostrare una certa resistenza psicologica e una certa capacità di tolleranza agli insulti. Dovrebbero dimostrare di essere persone equilibrate, fermo restando che non sempre è facile mantenere la calma e la pazienza. I poliziotti prima di caricare, anche nelle situazioni più difficili, dovrebbero cercare sempre il dialogo con i manifestanti. C’è stato forse dialogo a Pisa e Firenze? Questo è un prerequisito necessario, una conditio sine qua non. Le manganellate a Pisa e Firenze erano necessarie? Ora il rischio è quello di mettere tutto in politica e di conseguenza fare solo caciara inconcludente. Alcuni politici di centrodestra difendono a priori le forze dell’ordine. Alcuni politici del centrosinistra cercano di cavalcare l’ondata di sdegno e sobillano le piazze. Ho paura che tutto si traduca in una strumentalizzazione politica determinata dal calcolo elettorale: il centrosinistra che vuole attrarre i giovani, il centrodestra che difende quei poliziotti che hanno agito male a Pisa per non perdere i voti dei conservatori e dei destrorsi autoritari. A sinistra c’è chi grida perciò “questi sono fascisti” e a destra c’è chi attribuisce tutte le colpe dell’Italia ai radical chic. Insomma ogni forza politica non vuole innanzitutto scontentare la base, prima ancora di sapere tutta la verità. Le manganellate a Pisa e Firenze erano davvero necessarie? Mi auguro davvero che queste polemiche non scatenino in alcune teste calde il ritorno a un odio ideologico tra sinistra e destra, a una contrapposizione tra estremisti, anche se lo ritengo altamente improbabile, perché al massimo oggi la contrapposizione, come sostiene lo scrittore Fulvio Abbate, è tra l’amichettismo di sinistra e il cognatismo della destra. A ogni modo alcuni dicono che quei poliziotti sono espressione del governo, di questa destra. È vero che alcuni poliziotti sono autoritari e forse anche fascisti. La storia ce lo insegna: dai morti di Reggio Emilia, dal ministro Scelba, dalle morti di Franco Serantini e di Giorgiana Masi, passando per il G8 di Genova fino ad arrivare agli omicidi di Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Riccardo Magherini. Ma non facciamo di tutta l’erba un fascio. Non generalizziamo. La maggioranza dei poliziotti fa bene il suo lavoro e non è autoritaria, ma in buona parte dei casi dimostra la coscienziosità e la diligenza del buon padre di famiglia. Le manganellate a Pisa e Firenze erano davvero necessarie? Può darsi che quei poliziotti a Pisa abbiano pensato di essere tutelati, legittimati e magari coperti dal governo. Può darsi che abbiano pensato: “ora facciamo come ci pare perché al governo ci sono i nostri”. Ma le prove non le abbiamo. Possiamo valutare l’azione, ma non si può fare il processo all’intenzione, perché delle intenzioni e delle motivazioni che hanno portato ad agire in quel modo non ne sappiamo nulla per ora. Non abbiamo neanche le prove che quelle manganellate siano espressione della volontà politica del governo. E neanche abbiamo le prove che ciò sia il segno inequivocabile del ritorno del fascismo. Non sappiamo, a onor del vero, se quella repressione, non giustificata in alcun modo, sia frutto di emotività e sia personale oppure se sia veramente politica in senso generale. Ora dovranno però essere accertate le responsabilità e i poliziotti che hanno sbagliato dovranno pagare. Le manganellate a Pisa e Firenze erano davvero necessarie? Ammesso e non concesso che il popolo che scende in piazza sia orientato politicamente a sinistra, nessun poliziotto deve fare discriminazioni di nessuna sorta. Mi ricorda una scenetta di Neri Marcorè in cui un elettore del centrodestra spacca il muro dell’appartamento e quando il vicino gli chiede cosa stia facendo ebbene lui risponde: “abbiamo vinto noi e ora si fa come cazzo ci pare”. Nei casi di Pisa e Firenze può darsi semplicemente che alcuni poliziotti abbiano fatto come pareva a loro. Ma questa per ora è solo una supposizione non provata, al massimo può essere un vago sentore. Insomma per farla breve quei poliziotti hanno commesso un grave errore a mio avviso; dovrebbero chiedere scusa sia a quei ragazzi ma anche alle stesse istituzioni e ai loro colleghi corretti a cui hanno creato un danno d’immagine e una crisi reputazionale. Dopo i fatti di Pisa e Firenze si è aperto un vulnus nelle istituzioni. Ora dobbiamo sapere chi ha dato l’ordine, dobbiamo sapere tutto sulla catena di comando e se (molto probabilmente) qualcuno ha sbagliato, deve essere condannato celermente e tutto non deve cadere in prescrizione, come avvenuto per il G8 di Genova. Può sembrare banale, ma va detto: lo Stato deve punire e reprimere solo i comportamenti violenti, senza fare rappresaglie, e quegli studenti non erano violenti. Quelle manganellate hanno fatto male fisicamente e nell’animo a quei ragazzi, ma hanno fatto male anche alle istituzioni, al nostro stesso senso di democrazia. E la democrazia è fatta di rispetto della dignità umana, ma anche di simboli, di astrazioni, di principi, di valori! Insomma l’interpretazione dei fatti di Pisa a mio avviso non può che essere univoca e la condanna di quello che è accaduto deve essere unanime, se si è onesti intellettualmente. I poliziotti hanno sbagliato, più precisamente quei poliziotti di Pisa e Firenze hanno sbagliato. Ma prima di tutto ci vuole rispetto reciproco: non si può pensare che abbiano fatto bene a malmenare quegli studenti e neanche si deve fare un intero processo sommario all’intero corpo di polizia quando sappiamo ben poco ancora. A mio avviso però non si può abusare del proprio potere, piccolo o grande che sia, e tutti i poliziotti dovrebbero far prevalere la loro umanità sulla rabbia del momento. Può darsi che questi poliziotti soffrissero di burn out, che alcuni di loro pensassero che questi studenti dovrebbero andare a scuola invece di fare casino. Ma i disagi interiori e lavorativi, i pregiudizi e le convinzioni, giuste o errate, di alcuni poliziotti non devono creare ingiustizie, né abusi, né violenza. La polizia deve difendere e tutelare i cittadini oltre a tutelare la legge e l’ordine. Quindi le manganellate di Pisa e Firenze erano davvero necessarie? La libertà di pensiero e di espressione devono essere garantite a tutti, come del resto la libertà di manifestare: questo è uno degli a priori della nostra civiltà, dei postulati delle nostre democrazie occidentali, che non può venir meno in alcun modo e in nessuna circostanza, a mio avviso. E se alcuni sostengono che questo principio possa venir meno in casi eccezionali di emergenza, nei casi di Pisa e Firenze non erano ravvisabili l’emergenza, né la straordinarietà, né tantomeno la necessità. Le manganellate di Pisa e Firenze erano davvero necessarie?